Non so se ci avete fatto caso ma in questi anni in Italia sta prendendo piede la moda di Halloween: tra mostri, zucche, dolcetti e scherzetti… Ma diciamocelo: Halloween è una festa anglosassone che noi stiamo copiando malamente, forse per moda o forse per imitare i film americani! Il fatto è che dalle nostre parti, una festa mascherata ci s’ha di già ed è anche parecchio più interessante: il Carnevale!
Il Carnevale è parte della nostra storia da sempre, le origini si perdono in epoca greco-romana con le feste dionisiache e i saturnali. La tradizione del Carnevale si mantenne anche con l’avvento del Cristianesimo, grazie al famoso Carnevale Romano. La parola Carnevale deriva dal latino carnem levare (eliminare la carne), in riferimento al banchetto che si teneva l’ultimo giorno di Carnevale (martedì grasso), subito prima del periodo di astinenza e digiuno della Quaresima.
Ora pensate un amante della ciccia come me quanto avrebbe festeggiato il Carnevale ai tempi… Sapendo che poi non si sarebbe potuta mangiare la carne per 40 giorni!! Io impazzivo…
Il Carnevale nei secoli si è molto evoluto a livelli di costumi e maschere, mentre alcuni must si sono invece confermati sempre più: come i coriandoli e le stelle filanti ad esempio. Una curiosità sui coriandoli… L’invenzione dei coriandoli di carta è rivendicata dall’ingegner Ettore Fenderl, il quale in un’intervista per la RAI del 1957 raccontò l’episodio: “Per festeggiare il Carnevale del 1876 a Trieste ritagliai dei triangolini di carta perché non avevo il denaro per comprare i confetti di gesso allora in uso, e li lanciai dal terrazzo di casa. Il primo tentativo è stato un disastro: tra le grida delle ragazze coi coriandoli nei capelli, e una guardia che salì in balcone per farmi la contravvenzione”.
Il Carnevale in Toscana poi ha un valore speciale, pensate che uno dei carnevali più importanti e spettacolari – non solo d’Italia, ma del mondo – si tiene proprio nella nostra Viareggio! E altre manifestazioni molto carine si organizzano anche a Calenzano, Bientina, San Giovanni Valdarno, Piombino etc etc…
E poi ragazzi ci sono i dolci toscani di Carnevale! E qui si entra nel mio campo di competenza, da esperto e consumatore seriale di dolcini…
Partiamo con il grande classico: i Cenci (semplici strisce di pasta fritta cosparse di zucchero a velo). Ma quanto so’ boni? Una variante prevede l’aggiunta di Vin Santo all’impasto che dà un tocco dolciastro. Un altro classicone sono le Frittelle di riso con infinite variazioni: ad esempio a Firenze si mette l’alchermes nell’impasto, mentre a Siena si aggiunge scorza d’arancia. A Livorno troviamo i Frati: ciambelline fritte e spesso ripiene (il loro nome è dovuto alla forma che assomiglia alla chierica dei monaci). E non è finita qui, la lista potrebbe essere lunghissima: ci sono anche gli Zuccherini di Fucecchio (ciambelle simili a biscotti secchi all’anice); c’è la Schiacciata alla fiorentina, semplice o ripiena di crema; e non può mancare il Berlingozzo, un dolcino a metà fra un Brigidino e una ciambella al limone.
Devo dire che i miei preferiti sono sempre stati i Cenci, lo confesso!
Insomma in Italia, e figuriamoci in Toscana, la nostra festa in maschera ce l’abbiamo alla grande senza bisogno di scopiazzare le feste altrui… Ah e giusto per la cronaca: da noi non c’è nemmeno bisogno di scegliere tra dolcetti e scherzetti, si fanno direttamente tutti e due!