C’era una volta un vulcano che non eruttava da 180.000 anni… Un monte che raggiunge 1.738 slm ed è situato nell’antiappenino toscano, tra la Maremma, la val d’Orcia e la val di Paglia. Un rilievo diviso tra la provincia di Grosseto e quella di Siena. Stiamo parlando ovviamente del Monte Amiata!
La presenza umana sull’Amiata è attestata fin dalla preistoria, per gli Etruschi era addirittura la terra sacra dove dimorava la loro divinità più importante, Tinia, l’equivalente del Giove romano. Numerosi reperti storici e artistici sono presenti nei centri abitati dell’Amiata… Opere d’arte figurativa del trecento senese, architetture monumentali come i castelli del lontano medioevo (Arcidosso, Montelaterone, Piancastagnaio), abbazie romanico-longobarde (Abbadia San Salvatore, Abbazia di Sant’Antimo). La lista delle bellezze culturali dell’amiatino non finisce qui: come non ricordare ad esempio la Villa Sforzesca di Castell’Azzara, il palazzo Bourbon del Monte a Piancastagnaio, le chiese rinascimentali e barocche di Castel del Piano, le ceramiche robbiane o il parco Peschiera a Santa Fiora… Tutte meraviglie che testimoniano l’incrociarsi di importanti civiltà che hanno interessato o comunque lambito il territorio di questa affascinante montagna, il tutto inserito nella sorprendente storia della Toscana meridionale, posta al confine della Tuscia e dello Stato Pontificio.
Tanti, in questa zona, sono i borghi ricchi di storie e racconti, uno dei più belli è Semproniano. Qui e nella vicina Rocchette di Fazio dimorarono anche i cavalieri Templari lasciando controverse testimonianze dense di gesta ed imprese, coperte da un aura di mistero e tuttora dibattute dagli storici. In tempi recenti, il nome di Semproniano è legato a due importanti personaggi, entrambi originari di qui, che con il loro operato hanno contribuito a diffondere l’immagine dell’Italia nel Mondo: Vico Consorti, poliedrico e geniale scultore, autore della “Porta Santa” nella basilica di San Pietro a Roma, e Mario Luzi, poeta e scrittore, la cui memoria è ricordata nella basilica di Santa Croce a Firenze insieme alle spoglie dei grandi della storia del nostro Paese.
Come in ogni montagna o bosco che si rispetti non possono mancare delle leggende. Come quella di Ratchis, re dei Longobardi; si narra che durante una battuta di caccia nelle selve amiatine, mentre era all’inseguimento di una cerva bianca, il re ebbe la visione del Signore che gli ordinava di costruire una chiesa. Ratchis obbedì fondando nel luogo dell’apparizione l’Abbazia di San Salvatore. Oppure altrettanto curiosa è la storia della bella contessa degli Aldobrandeschi che s’innamorò di un cavaliere di Chiusi, valoroso partecipante ai tornei cavallereschi, e che per vederlo più spesso pensò di organizzare lei stessa feste e tornei, tanto da far allargare dai boscaioli una radura in mezzo ai faggi, che poi verrà chiamato “il prato della contessa”. O ancora pittoresca è la storia del valoroso e intrepido Conte Guido Sforza che avrebbe affrontato da solo il terribile drago dell’Armata, per poi ucciderlo e regalarne la testa ai frati del Convento della Selva, dove ancora – secondo il mito – il cimelio si conserverebbe.
In questo angolo di paradiso l’economia è stata per decenni collegata alle attività minerarie, infatti già nel 1897 era sorta ad Abbadia San Salvatore una delle più importanti miniere di mercurio del mondo, poi chiusa intorno agli anni ’70. Oggi l’Amiata è una stazione sciistica in inverno (con 8 impianti di risalita, 12 piste di sci alpino, 4 piste di sci di fondo, 1 snow park) e in estate un luogo dove rilassarsi e praticare trekking, mountain bike, cicloturismo ed escursionismo in mezzo alla natura incontaminata. Questo territorio è inoltre ricco di stupendi parchi e riserve naturali popolate da centinaia di specie animali anche non comuni.
Una menzione particolare va al panorama che si può godere dalla vetta del monte. Grazie all’assenza di altri massicci intorno, in condizioni atmosferiche favorevoli è possibile scorgere il Monte Cimone in Emilia Romagna, il Gran Sasso in Abruzzo, la Corsica e persino il bagliore delle luci di Roma nelle notti più limpide.
L’Amiata è una terra unica: a differenza della maggior parte dei monti italiani – collegati in catene montuose – è un rilievo isolato che spicca sulle circostanti vallate e colline. L’Amiata possiede quel fascino del pellegrino solitario, un punto di riferimento visivo nelle passeggiate da Siena in giù, un protagonista immancabile nei paesaggi da cartolina di tutto il sud della Toscana.