Il nostro secondo itinerario seguirà questo incredibile percorso in terra toscana, studiato per estasiare tutti i sensi:
Dove degustare
Tappa 1 – Castello di Brolio
Il nostro secondo itinerario ha inizio al Castello di Brolio, un luogo che sembra uscito dalle favole e per posizione strategica, domina il Chianti da oltre 10 secoli, fino a scorgere Siena.
Situato su un’alta e solitaria collina a pochi chilometri dal borgo di Gaiole in Chianti, il castello ha origini longobarde e sin dal 1141 appartiene all’importante famiglia toscana dei Ricasoli.
Nonostante la vicinanza a Siena (circa 20 chilometri) il cui profilo può essere scorto guardando a sud ovest, Brolio è sempre stato legato a Firenze, diventando un avamposto strategico nella difesa del territorio. Per questo ha subito molti assedi e distruzioni e di conseguenza è stato più volte ricostruito seguendo lo stile dell’epoca. L’ultimo attacco risale alla seconda guerra mondiale durante i bombardamenti, come si vede dagli evidenti segni sulla facciata.
Il castello che vediamo oggi è frutto della ricostruzione voluta nell’Ottocento da Bettino Ricasoli, il “Barone di Ferro”, Sindaco di Firenze e secondo Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno, per due mandati nell’Italia unita del dopo Cavour. E’ sempre grazie all’illustre politico, imprenditore e innovatore vitivinicolo di grande lungimiranza, che nel 1872 nasce la formula del Chianti.
Splendidi e molto suggestivi i giardini all’italiana, dalle caratteristiche forme geometriche e il parco romantico che circonda il castello. Dal giardino si gode di una vista mozzafiato sui vigneti dell’azienda Ricasoli e delle aziende circostanti che sono tra le migliori del Chianti Classico. All’interno del Castello si può visitare la Cappella di San Jacopo con la cripta di famiglia, e un piccolo museo della Collezione Ricasoli che conserva le armi appartenute alla famiglia, e documenti e oggetti appartenuti a Bettino Ricasoli tra cui una parte della sua collezione di fossili e minerali.
Il Castello di Brolio troneggia al centro dei terreni dell’azienda Ricasoli, la più estesa della zona del Chianti Classico. Sono 1.200 gli ettari totali, di cui 240 di vigneto e 26 coltivati a ulivo nel comune di Gaiole in Chianti.
Dal 1993 conduce l’azienda il Barone Francesco Ricasoli, nel rispetto più profondo dei suoi illustri antenati che hanno fatto grande quello stesso territorio.
Tappa 2 – Rocca di Castagnoli
Ripartiamo per visitare, poco distante, un altro baluardo di fortificazione legato nella storia sempre alla famiglia Ricasoli: Rocca di Castagnoli. E’ un luogo magico fuori dal tempo, dove il panorama è fiabesco ed i tramonti tolgono il fiato. Il borgo di Castagnoli svetta dal cuore del Chianti Classico, su un colle che già gli Etruschi conoscevano molto bene; da lì domina la vallata circostante dall’alto di un poggio che riporta la mente a tempi remoti, circondato da boschi, vigneti ed olivi.
E’ un antico Castello Medievale da cui ha avuto origine la frazione di Castagnoli, donato alla Abbadia di Coltibuono nel 1104. Questo luogo è stato storicamente posseduto da numerose famiglie con blasone nobiliare, e tra queste i Tempi (il cui stemma rappresenta ancora l’azienda) e i Ricasoli e dal 1981 dalla Famiglia Cali, l’attuale proprietà, rappresentata oggi da Alessandro e Francesco.
Adesso il Castello ci appare come un poderoso blocco poligonale di pietra con vari spigoli arrotondati ed un pittoresco cortile al centro, al quale si accede per un ampio arco a sud ed uno strettissimo vicoletto a ovest.
L’azienda agricola vinicola, presente già del XVIII secolo, è sempre stata il centro economico del borgo e si è distinta per la grande qualità produttiva, come testimonia anche la visita, nel 1773, del Granduca Pietro Leopoldo che lodò l’ottima gestione, l’innovazione e la manutenzione con cui venivano condotti i terreni.
Nel 1924 Rocca di Castagnoli entra a far parte delle aziende agricole che danno vita al Consorzio del Vino del Chianti Classico.
Proseguendo potete visitare Rietine, castello in cui nel 1039 si sa che abitava tale Azzo della Famiglia Ricasoli e Starda, pittoresco villaggio in magnifica posizione.
Continuando la salita verso Monte Luco pian piano si apriranno scorci paradisiaci fino ad arrivare di poco oltre gli 800 mt, dove la macchia mediterranea lascia spazio a pini, abeti, castagni e faggi.
Tappa 3 – Monteluco
Giunti dove sono gli impianti di un ripetitore televisivo, per un sentiero attraverso un folto bosco di conifere si sale a Monte Luco della Berardenga. Questo fu uno dei castelli più importanti e ricchi di storia della zona di confine tra Siena e Firenze. La sua posizione lo rese molto conteso. Nel 1176 Siena dovette cederlo ai Fiorentini, ma nel 1261 i Senesi lo espugnarono, lo distrussero e costrinsero i Berardenghi a venderlo loro per la somma di 500 lire. Tuttavia pochi anni dopo i Fiorentini l’occuparono di nuovo e lo ricostruirono; dette nome da allora ad un “terziere” del Chianti. I senesi, riusciti a rioccuparlo nel 1527, lo incendiarono e lo fecero smantellare, ne fu più ricostruito. Ancora oggi infatti rimangono soltanto pochi frammenti di muri in mezzo al bosco ed un sotterraneo.
Questo monte ha una leggenda molto particolare e simpatica che racconta di Lucos, famoso re di una popolazione di gnomi, che estraeva argento, oro e pietre preziose dalle viscere delle montagne. Possedeva due armi magiche: un mantello, che lo rendeva invisibile ed una cintura che gli conferiva la potenza di una dozzina di forti uomini.
Il suo tesoro più prezioso era, però, il magnifico lago incantato che si trovava dentro alla sua grande caverna. Facendovi il bagno durante il solstizio d’estate si poteva diventare immortali per tutto l’anno solare. Ma un giorno le acque del lago si ritirarono e tutti gli gnomi morirono lasciando dietro di sé solo una leggenda.
Tappa 4 – San Gusmè
Scendendo nel versante opposto al quale siamo saliti, ci dirigiamo verso San Gusmè, uno dei più bei borghi del Chianti senese, prestando attenzione ai magnifici scorci di mondo che si aprono continuamente.
San Gusmè rappresenta ancor oggi un esempio di borgo fortificato, citato per la prima volta in una vendita dell’ 867, delimitato da una cinta muraria circolare ancora in parte esistente e le due porte, per quanto rimaneggiate, che davano accesso al castello. La Porta Senese è sormontata da una lapide rettangolare in marmo con la balzana di Siena tra due foglie. Al 1939 risale la realizzazione di una terza porta, Porta Nuova, che si apre a fianco della chiesa dei Santi Cosma e Damiano. La particolarità di San Gusmè è la statua dedicata a Luca Cava, realizzata nel 1888 per uno scopo del tutto originale. La statuetta, infatti, serviva a indicare alle persone il luogo di raccolta dei fertilizzanti per gli orti.
La statua fu distrutta intorno agli anni ’40 e, successivamente, ricostruita su disegno di Emilio Giannelli, noto vignettista senese. Da quell’anno ebbe inizio la Festa in onore di Luca Cava, in programma tutti i primi due fine settimana di settembre.
Tappa 5 – Villa a Sesta
Continuando il nostro itinerario in uno dei panorami da cartolina più belli arriviamo nel borgo “stellato” di Villa a Sesta, pochi passi, infatti, separano i due ristoranti stellati, la storica Bottega del 30 della Chef Hélène dalla new entry L’Asinello dello Chef Senio.
Qui la cultura del mangiar bene ha impregnato anche i residenti, poco più di un centinaio, che ogni anno organizzano la seconda domenica di Ottobre il Dit’Unto, un festival di grande successo del mangiar bene con le mani, uno street food al quale partecipano tanti chef stellati. Il borgo di Villa a Sesta è documentato sin dal IX secolo e nell’anno 882 risulta tra le assegnazioni in favore della badia di San Salvatore.
Il suo territorio comprendeva anche la vicina località di Sestaccia, detta anche Ceta Mura o Civita Mura, antico castellare della Repubblica di Siena.
La Chiesa di Santa Maria a Villa a Sesta, dedicata a Santa Caterina, è ricordata fin dall’VIII secolo come suffraganea della Pieve di San Felice. L’edificio attuale tuttavia è il risultato di una completa riedificazione di successive trasformazioni risalenti al secolo XIX. Sugli altari laterali, contenuti entro le relative cappelle, sono presenti la statua lignea raffigurante la Madonna col Bambino, attribuita a Jacopo della Quercia, e il quadro raffigurante Santa Caterina, del XVIII secolo.
Dove Mangiare
Dove Dormire
Dove Comprare
Fabbro Artista Fabio Zacchei Monti in Chianti
Bernardo Bertolucci decise di ambientare proprio in questa zona il film Io ballo da sola. Opera del 1996