Oggi con Toscana My Love vi porto alla scoperta del paese natale del grande giornalista Indro Montanelli, un luogo ricco di storia legato alla più estesa palude interna italiana…. andiamo a Fucecchio!
Le origini di Fucecchio, Ficeclum il toponimo starebbe ad indicare un luogo pieno di fichi, sono strettamente legate alla storia dei conti Cadolingi, potente casata di origine longobarda che, attorno all’anno Mille, possedeva già terre e castelli nella Valdinievole e nel Valdarno Inferiore.
Spinti dalla crescente potenza del Vescovo di Pistoia a cercare nuovi spazi per poter affermare un proprio autonomo potere, essi trovarono nel ”luogo detto Fucecchio” le condizioni ideali per costruire il centro di una signoria territoriale equidistante dalle maggiori città (Pistoia, Lucca, Pisa e Firenze) e all’incrocio di importanti vie di terra (la via Francigena) e d’acqua (l’Arno a quel tempo navigabile su cui venivano trasportate le merci e la Gusciana, emissario del Padule di Fucecchio). Presso un guado sull’Arno essi fecero erigere, attorno all’anno Mille, il castello di Salamarzana, primo nucleo dell’insediamento fucecchiese.
Nel 986 è documentata per la prima volta la Chiesa di San Salvatore, fondata dal conte Cadolo in prossimità del ponte sull’Arno e dell’adiacente porto. Sul fiume era nato il secondo nucleo insediativo da cui si sarebbe sviluppato il centro abitato di Fucecchio: Borgonuovo, villaggio cresciuto accanto all’Arno e vivacizzato dal continuo passaggio di mercanti e pellegrini.
Nei primi anni del XII secolo un rovinoso straripamento dell’Arno costrinse i monaci a ricostruire gli edifici in un luogo più sicuro, sull’altura vicina al castello di Salamarzana (oggi poggio Salamartano). Da allora, e fino ad oggi, sia pure attraverso modifiche e ristrutturazioni, l’abbazia e l’adiacente chiesa di San Giovanni costituirono il principale polo ecclesiastico del paese.
Fu solo verso la fine del 1200 che Fucecchio iniziò a dare i primi segni di sviluppo con la ripresa delle attività agricole, al punto che a seguito della crescita demografica fu necessaria la costruzione di una nuova cinta muraria.
Fucecchio è conosciuta come una zona manifatturiera ed industriale, la prima fabbrica importante fu quella dei fiammiferi Taddei che, alla fine del secolo, dava lavoro a 600 tra uomini e donne. Sarà solo nel secondo dopoguerra che Fucecchio incontrerà la sua vera “rivoluzione industriale” grazie allo sviluppo dei settori conciario e calzaturiero.
Una curiosità: Salamarzana è il nome che ancora oggi porta la piazza principale del paese di Fucecchio riferito all’antico castello di Salamarzana di proprietà di una delle famiglie più potenti della Toscana, quella dei conti Cadolingi. Tuttavia il nome deriva da culto pagano al dio Marte. “Sala Marzana” significa “Corte di Marte”.
Nei dintorni imperdibili sono:
1) Ponte Mediceo di Cappiano, si hanno notizie fin dal primo Medioevo. Si trattava di un ponte fortificato a cui erano annessi una pescaia e un mulino e che fu al centro di numerosi scontri durante le guerre tra Lucca e Firenze in quanto un antico e noto passaggio tramite il quale veniva controllata la viabilità di questo territorio, passaggio inoltre che risultava strategico trovandosi lungo il percorso della Via Francigena. Così come lo vediamo oggi lo si deve al Granduca Cosimo I che lo ristrutturò a metà del Cinquecento.
2) Il Padule di Fucecchio, la più grande palude interna italiana, ampia 1.800 ettari, si sviluppa principalmente tra le province di Firenze e Pistoia si è formato in epoca storica per il ristagno delle acque provenienti dalle alture della Valdinievole, il cui deflusso era impedito dai depositi alluvionali dell’Arno. Nel 1435 la Repubblica di Firenze, per assicurare abbondanza di pesce alla città, sbarrò il corso del fiume Gusciana (oggi canale Usciana), l’emissario che ne faceva defluire le acque verso l’Arno. Il fiume rappresentava allora una risorsa fondamentale per la popolazione locale sia per i proventi legati alla pesca, l’energia che assicurava ai numerosi mulini situati lungo il corso che come importante via comunicazione. Sulle sponde della palude, nasceva la “sala”, un particolare tipo di erba usata per rivestire fiaschi sedie o intrecciare cappelli. Anche Leonardo da Vinci affascinato da questo luogo lo raffigura più volte ed i sui schizzi sono al museo degli Uffizi di Firenze.
Indro Montanelli uno dei grandi giornalisti con la macchina da scrivere Olivetti lettera 22, pungente, ironico come lo sono i Toscani scriveva: “L’unico consiglio che mi sento di dare – e che regolarmente do – ai giovani è questo: combattete per quello in cui credete. Perderete, come le ho perse io, tutte le battaglie. Ma solo una potrete vincerne. Quella che s’ingaggia ogni mattina, davanti allo specchio” e poi quello che sono diventato lo devo a Milano ma quello che sono, quello che è il mio carattere, lo devo a Fucecchio.