Aprile 19, 2021
Barberino e la leggenda di Semifonte

Oggi Toscana My Love vi porta in gita dalle parti di Barberino Val d’Elsa, spartiacque tra Valdelsa e Val di Pesa. Questa zona ha conosciuto un certo sviluppo nei secoli grazie al fatto di trovarsi sulla strada Regia Romana che collegava Firenze a Roma, l’attuale SS2, la mitica Cassia!

La nascita di Barberino, iniziamo con una bella curiosità, è strettamente collegata alla storia della leggendaria e potente città di Semifonte, poiché fu costruita proprio con le pietre dei suoi edifici distrutti. Barberino viene citata già in un documento ritrovato fra le carte dell’abbazia di Passignano del 1054, il suo vero sviluppo però – come anticipato – ebbe luogo nei primi decenni del XIII sec., dopo la distruzione di Semifonte. 

La storia di Semifonte è davvero molto affascinante. Nel 1181 il conte Alberto degli Alberti, per contrastare l’espansione fiorentina, intraprese la costruzione di una fortezza che dominasse la Via Volterrana e la Via Francigena: questo castello in breve tempo si trasformò in un potente borgo, difeso da una cerchia muraria di poco inferiore a quella della Firenze contemporanea, con quattro porte, un mastio, sette chiese e trecento abitazioni.

Lo sviluppo urbanistico ed economico del nuovo insediamento fu rapidissimo, tanto che all’epoca a Semifonte si cantava e si canzonava sotto le mura di Firenze “Va Firenze, fatti in là che Semifon divien città”. Anche Dante, nel Paradiso, la cita come centro di primaria importanza. Firenze, allarmata dalla crescita e dalla collocazione strategica della nuova fortezza, tentò in ogni modo di contrastarne la crescita. Seguì una inevitabile guerra dal 1198 al 1202, anno della definita sconfitta di Semifonte ad opera di Firenze.

Gli abitanti ebbero salva la vita, ma furono obbligati a distruggere la loro stessa città e fu persino sparso del sale sul suolo per prevenirne la ricostruzione. Firenze emanò addirittura un divieto per chiunque di intraprendere qualsiasi costruzione all’interno del perimetro del castello… Per sempre!

Una chicca: per quattro secoli rimase in vigore la legge che vietava di costruire sulle terre dove era sorta Semifonte, finché nel 1597 – su progetto di Santi di Tito e per volontà di Giovanni Battista di Neri Capponi (dietro speciale deroga del Granduca Ferdinando I) – fu eretta una cappella dedicata a San Michele Arcangelo a pianta ottagonale, coronata da una cupola in perfetta scala uno a otto di quella del Brunelleschi a Santa Maria del Fiore a Firenze. La sua ubicazione, sulla sommità della collina, divenne così il sigillo del potere di Firenze su questo territorio. Alla distruzione sopravvisse solamente l’odierno abitato di Petrognano, poiché si trovava fuori dal circuito murario della città: si tratta del cosiddetto “Borgo”. In realtà pare fosse anch’esso fortificato. Durante l’assedio fu il primo pezzo di Semifonte conquistato dalle milizie fiorentine.

Per concludere questa puntata, intrisa di storie e leggende, rechiamoci poco distante da Barberino dove si trova il suggestivo complesso monumentale di Sant’Appiano, una delle più antiche pievi della Val d’Elsa. La tradizione vuole che Appiano sia stato l’evangelizzatore della valle tra il III ed il IV secolo d.C. e che qui siano conservati i resti del santo. Una pieve romanica con gli imponenti resti dei pilastri dell’antichissimo Battistero esterno alla chiesa, distrutto pourtroppo nel 1805.

Semifonte è la storia delle storie del medioevo italiano: un feudo che cresce, che si fa città, che si ribella all’ordine costituito e che viene infine travolto da poteri militari più forti. Una bella storia che si interrompe certo, una leggenda che non morirà mai…

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